4 e 5 settembre 2021: Pellegrinaggio Bevagna Assisi

Fonte: Distretto d'Italia

Cronaca di un pellegrinaggio davvero speciale!

Dopo lo stop “pandemico” imposto lo scorso anno, il 4/5 settembre u.s. si è svolto nuovamente secondo il suo consolidato programma e “nel rigoroso rispetto delle norme anti Covid-19”, come usa dire adesso, il pellegrinaggio nazionale de “La Tradizione Cattolica” da Bevagna ad Assisi.

Questa trentatreesima edizione si è segnalata innanzitutto per il record assoluto di partecipanti. Singoli e famiglie, giovani e adulti, giunti da tutta l’Italia e anche dall’estero per marciare, pregando e cantando, verso la tomba del Serafico Padre, San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia.

Il pellegrinaggio si è aperto nella prima mattinata di sabato 4 settembre, con la Santa Messa nel parco pubblico della città di Bevagna (non c’erano chiese abbastanza grandi per contenerci distanziati!). Ha celebrato il Santo Sacrificio don Daniele Di Sorco che con una vibrante omelia ha richiamato i pellegrini a dedicare il loro tempo, non tanto e non solo alla crisi planetaria e a quella della chiesa, oppure alla “fine del mondo” che tanti “oracoli” ci annunciano prossima, ma a “Vivere a norma del Santo Vangelo” - tema del pellegrinaggio 2021 ripreso dagli scritti di San Francesco - ovvero ad impegnarsi ogni giorno per la santificazione personale, nella prospettiva di guadagnare la vita eterna in Paradiso.

Sotto lo sguardo, invero indulgente, della Polizia Municipale ed agli ordini, a tratti perentori!, dell'efficientissimo servizio d’ordine dei nostri giovani, ha poi preso avvio la lunga, lunghissima processione dei pellegrini, con in testa la croce attorniata da molti colorati stendardi, che si è diretta, sotto un iniziale cielo coperto ed una breve, delicata pioggerella, verso la prima tappa del cammino, la città di Montefalco, dove si è sostato nella Chiesa-Santuario dove riposano le venerate spoglie di Santa Chiara della Croce.

Nel pomeriggio, la marcia dei pellegrini è ripresa verso la meta del primo giorno, la città di Foligno. Piace sottolineare che, snodandosi il percorso in buona parte sulla pubblica via, non si sono contati gli automobilisti che, costretti alla sosta dal nostro passaggio, sono scesi dai loro veicoli per scattare fotografie, fare riprese video (con buona pace della privacy!) ed unirsi, con l’evidente movimento delle labbra, ai canti ed alle preghiere del corteo. Parimenti numerose le persone che osservando il passaggio della processione dalle finestre, dai terrazzi e dai giardini delle loro case, hanno mandato saluti con ampi movimenti delle braccia e gettato baci verso l’effigie della Beata Vergine Maria, sempre portata a spalla lungo tutto il percorso. A ripagare questi gesti di unione spirituale col nostro cammino hanno provveduto le Suore della Fraternità e le Consolatrici del Sacro Cuore, presenti come sempre in gran numero che, prontamente sono uscite dalla processione per donare a commossi e sorpresi residenti, immagini sacre e medaglie miracolose.

La giornata di domenica si è aperta anch’essa con la Santa Messa Cantata del Superiore del Distretto, don Ludovico Sentagne, che è stata celebrata nel prato della residenza di fedeli folignati ed a cui sono convenuti ulteriori pellegrini e fedeli dell’Umbria.

La marcia è quindi ripresa sotto un (troppo!) splendido sole, toccando prima la città di Spello che il corteo ha attraversato, cantando e recitando il Rosario, fin lassù (ma quanto s’inerpica sulle pendici del Monte Subasio, la bellissima Spello???!!!) dove inizia la bucolica Via degli Ulivi, ovvero gli ultimi dieci chilometri di Eden, prima della meta finale. Un tragitto che avrebbe potuto ricordare molto da vicino il Getsemani, se non fosse stato per la capacità dei bravissimi autisti dei pulmini di arrivare sempre al momento giusto per “dar da bere agli assetati” e dare un passaggio “…agli infermi”!

Alla vista di Porta Nuova, l’ingresso alla città nei pressi della Basilica di Santa Chiara, un fremito di vigore e di orgoglio cattolico ha permesso alla truppa di serrare i ranghi ed entrare in città col canto fiero e solenne di “Noi vogliam Dio”!

Sia come sia, la visione della Basilica del Santo ha come sempre toccato il cuore di ognuno e laggiù nella piazza inferiore, la benedizione finale di don Ludovico ha posto il sigillo a due giorni spiritualmente ricchissimi. L’emozione di esserci stati ed il proposito di ritornare l’anno prossimo ha fatto capolino mentre ognuno riprendeva la via di casa con l’impegno a “Vivere a norma del santo Vangelo”

Daniele Casi