I misteri gaudiosi del Santo Rosario
Qualche spunto di riflessione per ben recitare il Santo Rosario.
Primo mistero gaudioso: L'Annunciazione dell’Angelo a Maria Vergine
Vangelo
L'angelo Gabriele entrando da lei disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore e con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo”.
(Luca 1,28-32)
Riflessione
“O inaudito e ammirabile esempio di singolare umiltà! Colei che godeva di concepire il suo Signore e Creatore e non dubitava che sarebbe nato da lei, pur potendosi riconoscere senza venir meno all’umiltà come signora di tutti i fedeli, non esitò a dichiararsi la serva del suo Signore, dicendo: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). Vedete, fratelli, l'umiltà della Vergine che concepisce il Verbo di Dio. Vedete l'obbedienza del Signore che viene a noi per mezzo della Vergine. Vedete la gloria per il genere umano e l'amore da parte di Dio Padre, che manda l'angelo a una vergine chiamata Maria”.
(S. Odilone di Cluny)
Secondo mistero gaudioso: la visita di Maria Santissima a Santa Elisabetta
Vangelo
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran gioia: “Benedetta tu fra le donne, e Benedetto il frutto del tuo grembo”.
(Luca 1,39-42)
Riflessione
“Maria andò frettolosamente nella montagna. Alzandosi ella dalla quiete della sua contemplazione, a cui stava sempre applicata, e lasciando la sua cara solitudine, subito partì per andare alla casa di Elisabetta. E perché la santa carità tutto sopporta e non sa patir indugio, come appunto su questo brano dice Sant’Ambrogio: “Lo Spirito Santo non conosci indugi”, non curando la fatica del viaggio, la tenera e delicata donzella presto si pose in cammino. Giunta che fu a quella casa, ella salutò sua cugina. E, come riflette Sant'Ambrogio, Maria fu la prima a salutare Elisabetta”.
(Sant’Alfonso Maria De Liguori)
Terzo mistero gaudioso: la nascita di Gesù bambino a Betlemme
Vangelo
Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
(Luca 2,4-7)
Riflessione
“Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c'è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero della colpa, è venuto per la liberazione di tutti… Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all’abiezione di un tempo con una condotta indegna”.
(San Leone Magno)
Quarto mistero gaudioso: la presentazione di Gesù al Tempio
Vangelo
Quando venne i tempo della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella legge del Signore: “Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore” (Es 13,2); e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
(Luca 2,22-24)
Riflessione
“Noi tutti che celebriamo e veneriamo con intima partecipazione il mistero dell’incontro del Signore, corriamo e muoviamoci insieme in fefvore di spirito incontro a lui. Nessuno se ne sottragga, nessuno si rifiuti di portare la sua fiaccola. Accresciamo anzi lo splendore dei ceri per significare il divino fulgore di lui che si sta avvicinando e grazie al quale ogni cosa risplende, dopo che l'abbondanza della luce eterna ha dissipato le tenebre della caligine. Ma le nostre lampade esprimono soprattutto la luminosità dell’anima, con la quale dobbiamo andare incontro a Cristo”.
(San Sofronio)
Quinto mistero gaudioso: il ritrovamento di Gesù fra i dottori
Vangelo
Dopo tre giorni, lo trovavano nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre gli ascoltava e gli interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e per le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”.
(Luca 2,46-49)
Riflessione
“Fra i maggiori dolori che la divina Madre patì nella sua vita Fu questo che dobbiamo considerare, cioè quando ella smarrì il suo figliolo nel tempio… Maria negli altri dolori aveva seco Gesù; patì ella nel vaticinio fattole da San Simeone nel tempio, patì nella fuga in Egitto, ma sempre con Gesù; ma in questo dolore patisce lontano da Gesù, senza sapere dove Egli sia. Dice Origène che per l'amore che questa Santa Madre portava a suo figlio, in questa perdita di Gesù, fatti più di qualunque martire nella sua morte”.
(Sant’Alfonso Maria De Liguori)
Fonte: Il Santo Rosario negli affreschi del Sacro Speco e di S. Scolastica