La sovversione sincretista della Conferenza episcopale italiana

Fonte: FSSPX Attualità

Il sincretismo si riferisce all'incontro o alla fusione di dottrine di varie religioni, o all'unione di culti di varie origini, come ad esempio quello praticato dal paganesimo romano assimilando elementi religiosi dei paesi conquistati.

Una parola sul sincretismo

Dal punto di vista cattolico, il sincretismo si riferisce all'introduzione di elementi estranei nella dottrina o nel culto della Chiesa. Gli apostoli e i missionari hanno spesso dovuto combattere questa tendenza perniciosa tra i popoli recentemente convertiti dall'inizio della storia della Chiesa. Un famoso esempio è riportato nel Nuovo Testamento, quando gli ebrei convertiti volevano continuare a praticare l'Antica Legge. Ci volle l'energia di un San Paolo per porre fine a questa deviazione, che minacciava di corrompere la vera religione, quella degli «adoratori nello spirito e nella verità» (Gv 4, 23), d'ora in poi libera dalle prescrizioni mosaiche.

 

Nel corso dei secoli, il pericolo sincretistico si è presentato regolarmente, sia in Europa che in altri continenti. I missionari pagavano con la vita lo zelo per la purezza della dottrina e del culto tra le persone non del tutto convertite, che non volevano abbandonare certe usanze pagane.

 

In Sud America, come altrove, la Chiesa ha sempre combattuto contro i vari culti idolatrici vietando ai fedeli qualsiasi azione o partecipazione in opposizione alla fede o alla disciplina ecclesiastica. Ma questo accadeva prima dell'arrivo della teologia della liberazione e dei suoi surrogati, come la teologia indiana.

 

I principi impiegati

La Chiesa è particolarmente severa e vigile nel preservare la purezza della fede. Durante la sua storia ha lottato contro un numero considerevole di eresie, deviazioni, compromessi o introduzioni di elementi estranei nella sua dottrina. Il motivo è ovvio: la fede è una rivelazione, soprannaturale, di origine divina, che non è possibile a nessuno cambiare o alterare. È stata data agli uomini da Gesù Cristo, il Figlio di Dio incarnato, e da tutti coloro che sono associati a lui, sia nell'Antico Testamento, specialmente con profeti, sia nel Nuovo attraverso gli Apostoli.

 

Questa dottrina che viene dal Cielo, data da Dio, è assolutamente intoccabile. Nessuno può aggiungere o sottrarre ciò che Dio stesso ha rivelato. C'è anche una esplicita minaccia da parte di Dio su questo argomento, nel libro dell'Apocalisse: «Io dichiaro ad ognuno che ode le parole della profezia di questo libro che, se qualcuno aggiunge alcunché a queste cose, Dio manderà su di lui le piaghe descritte in questo libro. E se alcuno toglie dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dal libro della vita dalla santa città e dalle cose descritte in questo libro» (Ap 22, 18-19).

 

Lo stesso vale per il culto, che è l'espressione della fede secondo la nota formula di San Prospero d'Aquitania: «Legem credendi lex statuat supplicandi», «La legge della fede stabilisce la legge della preghiera». Ecco perché la Chiesa è estremamente gelosa della purezza del culto divino. Quando si celebrano i riti dei sacramenti, è in gioco la confessione della vera fede in Dio e in Gesù Cristo, ecco perché tutti gli elementi che li compongono devono essere scelti con cura affinché questa confessione sia giusta, pura e onesta.

 

"Missio" e la propaganda sincretistica dei vescovi italiani

La Conferenza episcopale italiana comprende un'organizzazione pastorale dedicata alle missioni straniere chiamata Missio. Questa organizzazione ha pubblicato nell'aprile 2019 un opuscolo online per aiutare i fedeli a prepararsi per il sinodo sull'Amazzonia. Contiene molte informazioni sull'Amazzonia, la sua terra, i suoi popoli e, naturalmente, sulla Chiesa in terra amazzonica, con «i suoi testimoni e i suoi martiri».

 

A pagina 17 di questo documento c'è la seguente preghiera: «Pachamama di questi luoghi, bevi e mangia a volontà questa offerta , affinché sia fruttuosa questa terra. Pachamama, buona Madre, sii propizia! Sii propizia! Fa' che i buoi camminino bene, e che non ti stanchino. Fa' che la semente spunti bene, che non le succeda nulla di male, che il gelo non la distrugga, che produca buoni alimenti. A te lo chiediamo: donaci tutto. Sii propizia! Sii propizia!» Tale è la preghiera alla Madre Terra dei popoli Inca che l'opuscolo presenta ai suoi lettori.

Questa preghiera spazza via le spiegazioni portate dal Vaticano per cercare di contrastare l'accusa di aver incoraggiato, nel sinodo sull'Amazzonia, i culti idolatrici. In effetti, non chiediamo che un'astrazione o un simbolo siano propizi. Per quanto riguarda la Terra a cui è rivolta questa preghiera, non è nostra madre. È una creatura, che un giorno sarà la nostra tomba.

 

Rimangono diverse domande. Che senso ha una preghiera idolatrica un bollettino missionario cattolico? La grafia la evidenzia come uguale ad altre preghiere citate, come la preghiera finale a Dio, Uno e Trino, inserita alla fine dell'enciclica Laudato si'. La preghiera per un idolo pagano è messa sullo stesso piano della preghiera cristiana.

 

La Conferenza episcopale italiana desidera suggerire che i cattolici dell'Amazzonia usino questa preghiera? Che vivano in un sincretismo così grossolano da non vedervi alcun problema nel recitarla? Che si possa impunemente mettere sullo stesso piano, in una pubblicazione episcopale ufficiale, Dio e la Pachamama?

 

I vescovi italiani vogliono così proporre ai loro fedeli di adottare questo sincretismo offrendo preghiere alla dea sudamericana? Vogliono, contrariamente ai loro predecessori che erano valorosi predicatori della fede, tornare a una sorta di politeismo? Il sito web infoCatólica riporta che la parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Verona ha usato questa preghiera durante una veglia missionaria venerdì 25 ottobre 2019, annunciata adeguatamente sul sito parrocchiale. Un quotidiano locale, il Corriere del Veneto del 29 ottobre, riferisce delle proteste al vescovo locale.

 

Quando l'esempio viene dall'alto

Queste manifestazioni sincretistiche in cui i riti pagani si mescolano o coesistono con il culto cattolico ricordano lo scandalo di Assisi del 1986. Organizzato da Papa Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986, questo giorno di preghiera per la pace aveva visto il Vicario di Cristo mettere a disposizione dei rappresentanti delle false religioni diversi luoghi di culto. L'evento più oltraggioso fu probabilmente l'installazione da parte di un gruppo di buddisti di una mostruosa statua di Buddha sul tabernacolo della chiesa di San Pietro ad Assisi.

 

È  nella  giornata di Assisi, che fu una terribile umiliazione della Santa Chiesa, che dobbiamo cercare l'origine dell'attuale relativismo dottrinale e liturgico. La paganizzazione degli spiriti vi trova la sua fonte, anche se oggi è più visibile.

 

Un vescovo è naufragato nella fede

Il vescovo Erwin Kraütler, per molto tempo vescovo di Xingu, in Brasile, una figura di spicco del progressismo e considerato un "martire vivente" (sic) della foresta e delle popolazioni indigene, offre un modello essenziale di questa paganizzazione degli spiriti. In un'intervista a Tagespost, considera gli idoli della Pachamama come «un'espressione delle popolazioni indigene» che potrebbero essere «integrate nella nostra liturgia». Durante il sinodo sull'Amazzonia a Roma, coloro che hanno portato queste statue sono «cristiani cattolici che sono ben lungi dal venerarli come divinità. Sono un simbolo di fertilità. [Simbolo a cui hanno reso un culto, dobbiamo ricordare]. E se per molti è una divinità, allora è un attacco contro l'anima di un popolo per gettarli nel Tevere».

 

È così che mons. Kraütler insulta il ricordo dell'innumerevole moltitudine di martiri, che hanno offerto la vita per aver rifiutato di adorare gli idoli, o che non hanno esitato a distruggerli quando i popoli evangelizzati continuavano a venerarli. È tutta tradizione cattolica che questo vescovo emerito ignora, disprezza e attacca. Così, un vescovo che naufragato nella fede da qualche parte di Rio Xingu, la distrugge nelle anime dei fedeli. Cieco e guida di ciechi.