Pio XII e la Chiesa complice dei Nazisti: una leggenda nera che va scomparendo

Fonte: FSSPX Attualità

Mentre quattro rabbini sono disturbati dalla presenza di una chiesa a Birkenau in Polonia, un articolo pubblicato da Vatican News, il 29 gennaio 2020, fa il punto sul ruolo di primo piano che Pio XII e molti religiosi hanno svolto nel salvataggio di migliaia di ebrei durante il rastrellamento del 1943 a Roma. Un'ulteriore confutazione della leggenda nera di una Chiesa ritenuta complice del regime nazionalsocialista.

Sabato 16 ottobre 1943, giorno di shabbat tra gli ebrei, gli uomini della Gestapo circondarono il ghetto ebraico di Roma alle 5.30 del mattino. In otto ore, 689 donne, 363 uomini e 207 bambini furono fatti prigionieri. Solo 16 dei 1.259 ebrei arrestati sopravvivranno a due anni di deportazione.

Una cifra che avrebbe potuto essere drammaticamente più alta se la Chiesa, sotto la guida di Papa Pio XII, non avesse aperto le porte ai fuggiaschi. Questo spiega Paolo Ondarza su Vatican News: "Una porta aperta, un rifugio sicuro dove sfuggire alla morte. Rappresentarono questo gli oltre 220, fra conventi, chiese e case appartenenti a vari ordini religiosi che nel pieno della persecuzione nazista offrirono riparo a circa 4500 ebrei di Roma, quasi metà dell’intera Comunità Ebraica della Capitale, all’epoca costituita da 10mila -12mila persone".

Se, a causa della clandestinità, è difficile quantificare con precisione il numero totale di ebrei salvati dalla Chiesa, la ricerca storica può tuttavia basarsi su numerose testimonianze orali e affidabili, in particolare quelle degli "ebrei nascosti in case religiose su libera iniziativa delle stesse, a quelli ospitati in monasteri di clausura su indicazione e dispensa della Santa Sede; dai siti cristiani come le Catacombe di Priscilla, divenuti luoghi di riferimento per la rete dei documenti falsi, alle case religiose che ricevevano viveri dal Vaticano per alimentare i rifugiati ospitati. Dalle strutture che aprivano le porte gratuitamente a quelle che chiedevano il pagamento di una retta".

Un'ondata di generosità voluta dallo stesso Pio XII, come attestato nel 1961 dall'ex segretario privato di Papa Pacelli: quest'ultimo aveva informato i conventi romani che "potevano e dovevano" accogliere gli ebrei ricercati.

Si noti che il seminario maggiore lateranense - il seminario del Papa - ha dato rifugio a tutti i tipi di rifugiati, compresi gli oppositori del regime, compresi i comunisti: la Chiesa non è rancorosa quando si tratta di salvare le anime.