San Francesco d'Assisi e il sultano nel 1219: ecumenismo o professione di fede

Fonte: Distretto d'Italia

Ritrovate il vero san Francesco nell'suo incontro con il sultano d'Egitto al-Malik al-Kāmil.

Analisi storico a cura di Alberto Spataro in La Tradizione Cattolica n°3 (111) - 2019 pp. 26-33

In una lettera del 7 gennaio 2019 indirizzata ai confratelli dell’Ordine dei frati minori, ai fratelli e alle sorelle della “Famiglia francescana”, nonché a tutti i «fratelli e sorelle Musulmani», padre Michael A. Perry, ministro generale minorita, ricorda l’ottocentesimo anniversario dell’incontro tra san Francesco d’Assisi (1182-1226) e il sultano d’Egitto al-Malik al-Kāmil (1177-1238), avvenuto a Damietta nell’anno del Signore 1219, nel contesto della quinta crociata.

Nello scritto non si perde occasione di condannare, fin da subito, «i cristiani latini che attraverso anni di predicazione e di retorica sulla guerra santa erano stati indotti a disprezzare i Musulmani». Da costoro si sarebbe distinto san Francesco, il quale avrebbe dialogato proficuamente con il sultano, per poi tornare in Europa e riflettere più a fondo sul compito assegnatogli da Dio e dalla Provvidenza di mandare i suoi frati tra i Musulmani e, citando la Regula non bullata del 1221 «fare e dire quelle cose che piacciono al Signore». Che cosa l’attuale ministro generale dei frati Minori intenda è ampiamente spiegato nel resto della lettera, dove si susseguono i classici topoi neo-modernistici: dialogo interreligioso, collaborazione con i membri di altre religioni in vista di un futuro di pace e di giustizia sociale, il tutto corredato da riferimenti ai testi del Vaticano II, in particolare la dichiarazione Nostra aetate. A ciò si aggiunge l’immancabile menzione dell’incontro di Assisi nel 1986 da Woytila e poi replicato da Ratzinger vent’anni dopo. Inoltre, continua la lettera, la vicenda di san Francesco e il sultano al Kamil sarebbe quasi una prefigurazione dell’incontro avvenuto a febbraio di quest’anno ad Abu Dhabi e al documento stilato da Bergoglio e dal grande imam Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb. Sempre secondo M.A. Perry, «molte voci in qualche modo tristemente insistono sul fatto che il dialogo tra Cristiani e Musulmani sia impossibile. Molti contemporanei di san Francesco e del Sultano concordavano nel ritenere il conflitto e lo scontro l’unica risposta alla sfida tra loro». Insomma, oggi come allora, la divisione non è tanto tra Cattolici, Musulmani, Giudei etc..., quanto piuttosto tra chi vuole la pace e la giustizia sociale e chi invece no. L’anniversario dell’incontro tra san Francesco e il Sultano è quindi l’occasione per celebrare la prima categoria di persone e demonizzare la seconda, all’interno della quale – si legge tra le righe –, non vi erano tanto i Musulmani o il Sulta-no (i quali odiavano i Cristiani solamente perché vittime degli attacchi crociati), ma piuttosto le gerarchie ecclesiastiche, diametralmente opposte allo spirito pacifista francescano.

 

Testo completo con le note: La Tradizione Cattolica n°3 (111) - 2019 pp. 26-33