Il Crociato - Aprile 2020

La lettera del vostro Cappellano

Cari Crociati,

in queste settimane in cui nel mondo (e soprattutto in Italia) si vive nell’ansia e nella paura di contagiarsi e di ammalarsi, per poi soffrire e forse morire, dobbiamo ricordarci il fine per cui siamo stati creati: conoscere, amare e servire Dio su questa terra, per goderlo poi nell’altra in Paradiso. Dunque, Gesù non ci ha promesso né salute né felicità o serenità su questa terra: la possiamo avere, certo, e se ce l’abbiamo ringraziamo il Signore, ma le possiamo perdere, e allora lo ringraziamo lo stesso, come fece il santo uomo Giobbe, come si racconta nella Bibbia: ricco, robusto, con una bella famiglia numerosa, perse tutto, gli morirono i figli e si ammalò, eppure ringraziò il Signore e lo benedisse.

Ecco, cari Crociati, la festa di Pasqua che celebreremo questo mese deve ricordarci che il Paradiso è il nostro scopo, il Paradiso le cui porte Gesù è venuto ad aprirci con la sua Resurrezione; poco importa il modo in cui noi tutti moriremo, e il tempo: ciò che importa è essere in grazia di Dio in quel momento, e affidare il resto alla Provvidenza.

Che Gesù risorto rimanga sempre nel nostro cuore, e che la sua Passione ci sia di esempio di come un cristiano, e un Crociato, devono soffrire per amore di Dio.

Vi benedico, insieme alle vostre famiglie