La Tradizione Cattolica, n° 107 (2018 n° 2)

Sommario

Editoriale
Alle sorgenti di una nuova spiritualità 
Quale valore attribuire alle rivelazioni private riconosciute dalla Chiesa? 
Sulle «apparizioni» di Medjugorje 
Mons. Lefebvre e l’udienza da papa Paolo VI del 1976 
L’odio per Dio travolge gli innocenti 
Orari S. Messe del Distretto 

Editoriale

di don Marco Nély

Cari Lettori,

Questo numero della nostra rivista esce con l’inizio dell’estate, periodo per molti di vacanze e di riposo, mentre cessano le scuole e le famiglie si ritrovano insieme più facilmente. È anche il periodo in cui le buone abitudini assunte nel corso regolare dell’anno possono essere rimesse in discussione o addirittura perse. Certo è normale interrompere e variare la routine, ed è addirittura necessario trovare dei momenti di riposo e di distacco dalle atti-vità ordinarie: anche Nostro Signore, nel Vangelo, prende dei momenti di ristoro e preghiera da solo o con i suoi Apostoli, che invita a seguirlo per “riposarsi un po’” (Mc. 6, 31). Lo stesso san Tommaso d’Aquino insegna la necessità virtuosa del riposo e del cambiamento di attività per l’uomo nel suo stato attuale, onde poter ripartire preparato e rinfrancato nella battaglia quotidiana contro se stessi ed il mondo.

Se tuttavia il riposo è indubbiamente utile e necessario, è altrettanto importante cercare di dare anche a questo un’impronta cristiana e di farne un’occasione di crescita spirituale ed umana. Non è certo un legittimo riposo il posare la croce e l’abbandonarsi alle occasioni di peccato, dandosi a vita esclusivamente mondana. Il riposo si trova in Dio, e non cercando di sfuggirlo per qualche tempo. In questo senso è opportuno ricordare che le vacanze non possono essere vissute a detrimento dell’anima, frequentando luoghi che altro non sono che occasioni di peccato, o partendo con persone con le quali non abbiamo diritto di convivere (come è il caso dei fidanzati, che non possono certo viaggiare soli insieme), o che ci sono motivo di caduta per altre ragioni. Quindi in primo luogo dobbiamo ricordare che il rispetto della legge divina non trova sospensione nelle vacanze, né queste giustificano un lasciarsi andare che ordinariamente non ci permetteremmo.

Ma oltre questo livello (che dovrebbe essere scontato per dei cristiani) vi è qualcosa di più. La nostra religione infatti non è tanto o solo fatta di precetti negativi, ma è davvero una vita completa di ogni suo aspetto, è un aumento di quello che siamo e non una privazione. La grazia è ciò che veramente ci fa crescere e ci ricostituisce: la crescita nella grazia non può quindi non essere una preoccupazione dei tempi di vacanza. Se ordinariamente il compi-mento quotidiano del dovere ci santifica, i tempi di riposo possono essere l’occasione di dare una svolta e un approfondimento alla nostra vita cristiana. 

Il primo modo per farlo potrebbe essere quello di approfittare dei giorni liberi per fare i san-ti esercizi spirituali presso uno dei nostri priorati. D’estate diversi turni sono organizzati per uomini e per donne, e potete trovare le date sulla seconda di copertina di questa stessa rivista. Il silenzio e la preghiera porteranno quel ristoro e conforto che solo Nostro Signore può dare. In più, la vacanza è il tempo per dedicarsi a buone letture, a una preghiera magari meno formale del solito ma più intensa, alla meditazione e alla contemplazione. Oltre agli esercizi, le iniziative per passare fruttuosamente l’estate non mancano, organizzate dal nostro Distretto: alle vacanze in montagna per le famiglie si aggiungono i campi per bambini, bambine, ragazzi e ragazze. Molti dei vostri figli non hanno la possibilità di frequentare scuole e compagnie cattoliche durante l’anno, e di completare in un ambiente privo di influenze mondane la loro formazione. Di più, specialmente per gli adolescenti, legare amicizie con coetanei che condividono la stessa fede e le stesse sfide con il mondo è a dir poco vitale per la perseveranza. Se per i bambini il campo estivo è l’occasione di legare la religione a momenti di svago e a bei ricordi, per gli adolescenti è essenziale cogliere queste opportunità per non sentirsi degli isolati e per trovare in sani legami di amicizia il coraggio di opporsi alla massificazione che (soprattutto a quell’età bisognosa di sentirsi accettata) è tentazione fortissima. Se i campi dei bambini mantengono sempre una notevole partecipazione, non potremmo deprecare abbastanza la scarsa partecipazione al campo dei ragazzi (quello delle ragazze mantiene un certo successo) che sembra diventata un’abitudine negli ultimi anni. I genitori dovrebbero riflettere a questa necessità.

D’altro canto, il fatto di cambiare luoghi e ritmi non deve farci perdere di vista nemmeno il grave dovere della Messa domenicale: in questi tempi in cui partecipare ai sacramenti celebrati secondo la Fede tradizionale della Chiesa è diventato difficile, organizzare i propri viaggi mettendo al primo posto la possibilità della Messa domenicale è indispensabile. Certo, i moralisti insegnano che una o due volte l’anno è ammissibile perdere la Messa per un viaggio di piacere, o che la distanza dalla Messa scusa dal precetto. Ma quale valore soprannaturale, e quale esempio per i piccoli, ha il tenere in conto al primo luogo la partecipazione alla Messa tradizionale, nel pianificare tutti gli eventi della nostra vita? Come dare a noi stessi una disciplina, e ai piccoli un insegnamento inequivocabile, se non dando alla Messa il centro e il cuore del nostro tempo, dei nostri sforzi, dei nostri progetti? Questo vale durante l’anno: troppo spesso non ci si preoccupa di organizzarsi per la Messa domenicale, sia che si abiti vicino alle cappelle (si sa che sono sovente i più vicini ad arrivare in ritardo) sia che la distanza richieda qualche sforzo in più. Quante famiglie dimenticano durante l’anno questo dovere e si danno mille scusanti, non già per il precetto, ma perfino per non applicare il dovuto zelo all’assistenza alla Messa! La nostra doverosa opposizione alla messa di Paolo VI ci serve da scusa per non assistere alle funzioni rinnovate, sentendoci esenti (giustamente) dal precetto quando avessimo solo quella a portata di mano; ma non dovrebbe questa opposizione spingerci soprattutto a fare ogni sforzo per non perdere le Messe che i sacerdoti, tra mille sacrifici, corrono a portarci il più vicino possibile? E come questo vale durante l’anno, così deve essere per le vacanze. 

Dobbiamo distinguerci per l’amore e lo zelo alla Santa Eucaristia e alla Messa di sempre, se vogliamo dare autenticità e valore alla nostra opposizione alla messa nuova. 

Infine, come si accennava in partenza, l’estate è il momento per le famiglie di passare più tempo insieme, forse di ritrovarsi, di rinnovare legami allentati durante l’anno. Per i coniugi è il momento di stringere quei vincoli di affetto che tanto giovano all’educazione della prole, di creare occasioni per passare con i figli momenti di cui avranno sempre buon ricordo e che renderanno vivido con l’esempio l’insegnamento ricevuto; per tutti è occasione di dedicare tempo ai propri cari e vicini soli, ammalati o anziani, che non possono in nessun tempo essere messi da parte. 

Non posso non ricordare, in conclusione di queste parole, che il mese di luglio vedrà il Capitolo generale elettivo della nostra Fraternità. Allo scadere del secondo mandato di dodici anni di Mons. Fellay, i nostri statuti prevedono che si proceda all’elezione di un Superiore generale per altri dodici anni. Sarà anche l’occasione, per i Superiori maggiori e i Vescovi, di prendere provvedimenti e decisioni per il buon andamento della nostra Società, onde gli statuti che il nostro Fondatore ci ha lasciato siano applicati con sempre maggior zelo e precisione da tutti i membri. Non posso che affidare alle vostre preghiere questa intenzione, per la buona riuscita del Capitolo e perché tutti siamo docili alle ispirazioni dello Spirito Santo.

Non mi resta che augurare a voi tutti un’estate buona e santa, che il Signore possa riempire delle sue grazie e delle sue benedizioni, sotto lo sguardo altissimo e materno della Madonna Assunta.