La Tradizione Cattolica, n° 108 (2018 n° 3)

Sommario

Editoriale 
La Fraternità San Pio X ha in mano un tesoro 
Tappe nell’assalto a “Humanae Vitae”: il turno del teologo Maurizio Chiodi 
Piccolo vademecum antiscientista. Per sopravvivere al laboratorio di massa 
Processioni, Chiesa e gay pride: si parli d’altro. Ma d’un tratto il silenzio si rompe 
Vita della Tradizione 

Editoriale

di Don Ludovico Sentagne

Ci lamentiamo spesso del nostro mondo che va di male in peggio. Purtroppo l’aggravarsi della situazione in particolar modo nel campo della famiglia, dell’educazione ma anche della sopravvivenza di ciò che rimane dell’Europa cristiana ci darebbe ragione. Nel campo sopranaturale, l’esempio della “canonizzazione” di Paolo VI per prendere solamente una delle ultima notizie, che è sicuramente da leggere come canonizzazione del Concilio Vaticano II, ci darebbe anche ragione. Quindi cosa fare? Lamentarsi di non essere nato in un’altra epoca? Scoraggiarsi?

Noi apparteniamo alla Chiesa militante

Conviene ricordarci una verità dottrinale e storica. Non apparteniamo ancora alla Chiesa trionfante. Speriamo, dalla virtù sopranaturale di speranza, di arrivarci un giorno, magari passando dalla Chiesa sofferente nel Purgatorio. Di fatto per il momento apparteniamo alla Chiesa militante. Che cosa vuol dire “militante”? Il catechismo del Concilio di Trento ci risponde così: «Si chiama militante, perché i suoi membri devono sempre combattere con quei terribili nemici che sono il mondo, la carne e il demonio». Se guardiamo alla storia, quando mail la Chiesa è stata in pace? Durante i tre secoli di persecuzioni romane? E finito le persecuzioni, dopo appena dieci anni nasceva la peggiora delle eresie, l’eresia ariana la quale si può paragonare in ampiezza e danni solamente all’eresia protestante. E’ stata in pace durante l'irruzione dei pagani al nord e dei musulmani al sud? O durante gli eterni tentativi di usurpazione della potenza laica, che si chiamano Federico Barbarossa, Filippo il Bello, Giuseppe II o Napoleone? Durante il XI secolo con lo scisma greco, o al XVI con l’eresia protestante, quella giansenista o la Rivoluzione detta francese con tutti i suoi seguaci europei?

No la Chiesa militante non è fatta per vivere in pace con il mondo. Allora i cristiani sono dei villi seminatori di guerra? Il cristiano deve essere artigiano di pace, sì, ma di pace con Dio e quindi di guerra contro «il mondo, la carne e il demonio». D’altronde che cosa significa il sacramento della Cresima che abbiamo ricevuto? Ricorriamo sempre al nostro catechismo, si intende il catechismo di san Pio X. La domanda n°304 recita: «Che cos'è la Cresima o Confermazione? La Cresima o Confermazione è il sacramento che ci fa perfetti cristiani e soldati di Gesù Cristo, e ce ne imprime il carattere». Quindi siamo diventati «perfetti cristiani» allo stesso momento che eravamo scelti come «soldati di Gesù Cristo». Il ruolo del soldato è di combattere finché ci saranno dei nemici. E i nemici ci saranno fino alla fine del mondo e al trionfo definitivo del Cristo Re.

Il regno del Cristo Re è principalmente spirituale. Di conseguenza il nostro campo da battaglia sarà principalmente: le anime.

Per primo la nostra! Eh sì il combattimento è per primo nella nostra anima. Essere «perfetti cristiani e soldati di Gesù Cristo» è tutto il contrario di scendere a patto con il mondo e le sue mode, vivere sempre al limite tra peccato mortale e stato di grazia o in altalena tra l’uno e l’altro. «Siate perfetti come vostro Padre celeste è perfetto». Ecco il nostro ideale! E’ veramente il nostro ideale? Quello della nostra Prima Comunione e magari della nostra Cresima o l’abbiamo già dimenticato? «Poiché tu sei tiepido, cioè né caldo né freddo, io sono sul punto di vomitarti dalla mia bocca» (Ap. III, 16). Se non vogliamo sentire questo rimprovero come l’angelo della chiesa di Laodicea, dobbiamo impegnarci in una vera vita cristiana fondata sulle verità della fede sempre più approfondite come cerchiamo di permettervi con le nostre pubblicazioni, ma sopratutto una fede vivificata dalla carità, da una vera vita di preghiera.

Questa fede viva ci darà immancabilmente una fiamma di apostolo. Se capiamo, se viviamo la differenza tra il Paradiso e l’Inferno, tra la vita in stato di grazia e la vita in peccato mortale, come potremmo rimanere indifferente di fronte a tante anime che scendono all’Inferno come fiocchi di neve secondo l’espressione della Madonna a Fatima? Come lo ricorda don Davide nella sua intervista, veramente abbiamo ricevuto il tesoro della Tradizione e lo possiamo considerare come nostro. Ma dice il Vangelo: «Voi siete la luce del mondo; una città posta su un monte non può restare nascosta. Nemmeno si accende una lucerna per metterla sotto il moggio; la si pone invece sul candelabro affinché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa» (Mt. V, 14-15).

Cambiamenti e vocazioni

Come avete saputo, la Fraternità Sacerdotale San Pio X ha eletto un nuovo Superiore generale per dodici anni nella persona di don Davide Pagliarani. L’Italia è certa onorata da questa scelta e sarà il nostro compito fargli onore con un azione veramente apostolico della Tradizione in Italia. Abbiamo da ringraziare i nostri predecessori edificando sulle loro fondamenta. Si trovano oramai nei vari punti del planisfero: don Marco Nély a Sierre vicino a Ecône, don Pier Paolo Petrucci a Parigi alla chiesa Saint-Nicolas du Chardonnet, don Michele Simoulin presso le dominicane di Fanjeaux nel Sud della Francia, don Antonio Esposito a Durban in Africa del Sud, per citare solamente gli ultimi superiori del Distretto.

Don Davide ci ha mandato don Lorenzo Biselx, che tanti di voi conoscono già, il quale ha lasciato il suo apostolato a Ginevra per venire nella nostra casa di Albano. Invece don Mauro Tranquillo dopo sette anni ad Albano è andato evangelizzare i veneti a Silea e don Massimo Sbicego dopo cinque anni nel Triveneto è tornato in Lazio. Questi trasferimento hanno sempre la loro parte di sofferenze e di distacco sia da parte del sacerdote che dei fedeli, ma sono anche occasioni di ricordarci che il sacerdote è solo uno strumento. L’unico sacerdote della Nuova Alleanza è Nostro Signore Gesù Cristo. E’ Lui lo sposo della nostra anima che desidera tutto il nostro amore.

Tuttavia qui “strumenti” che sono gli individuali sacerdoti sono voluti dall’ordine della Provvidenza. Quest’anno sono entrati nei seminari della Fraternità San Pio X 50 giovani in autunno in Europa ed America del Nord. Erano 15 in marzo ad entrare in anno di spiritualità in Argentina ed Australia. Per un totale di 65 è un quasi record. Dobbiamo risalire di 30 anni per ritrovare un così grande numero. Ma su questo totale non c’è un Italiano. Invece è entrata una ragazza italiana nelle Domenicane insegnante di Fanjeaux ed ha presso l’abito il 2 luglio nella festa della Visitazione. La Provvidenza ci chiede quindi un impegno particolare nel nostro caro paese per il sorgere di vocazioni.

Questo righe sono un appello ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze. Facciamo parte della Chiesa militante, tante anime scendono all’Inferno in quel momento stesso che leggete queste righe e Nostro Signore non troverà nessun anima generosa che si consacri che si dedichi totalmente a Lui? Forse il Sacro Cuore non può ricompensare in modo divino? Forse non è più amabile? E le anime dei nostri fratelli che scendono dritto verso un eternità infelice perché “non c’è nessuno che prega e si sacrifica per loro” come ha detto la Madonna a tre pastorelli? O siamo noi che siamo troppo attaccati a questo mondo di fango e ceneri? La morte è il passaggio alla vera vita diceva santa Teresina.

«Pregate perciò il padrone della messe che mandi operai alla sua messe» (Mt. IX, 38). E’ l’invito che vi rivolgiamo. Siamo quindi anime pieno di zelo e potremmo così ammucchiare tesori d’eternità.