Sommario:
I seminari. Cuore della Fraternità, non “fabbriche di preti”
Intervista. Don Bernard de Lacoste Lareymondie, Rettor del Seminario S. Pio X, Ecône
La Fraternità San Pio X. Un’opera di chiesa costruita attorno all’altare. Intervista a don Emanuel du Chalard
Le Suore della Fraternità San Pio X
Il seminario
Critiche al Sinodo sull’Amazzonia: pertinenza e limiti
Dalla critica del Sinodo a quella del Vaticano II, passando per Abu Dhabi
Recensioni/Edizioni Piane
Editoriale
In una bella notte d’estate, per dormire all’aperto, basta una piccola tenda leggera, senza doppio tetto, piantata in un posto qualsiasi, anche nel greto secco di un torrente. Invece, se il cielo si copre e si annuncia la burrasca, è necessario uscire dal greto, costruire un fossato intorno alla tenda, mettere il doppio tetto e verificare bene la stabilità dei picchetti. Se il tempo si fa invernale e ci si trova
in alta montagna, bisognerà assolutamente cambiare tenda per sperare di poter sopravvivere ad un tempesta di neve che potrebbe durare più giorni, con venti superiori ai 100 km/ora. Sarà necessario studiare bene il terreno, evitare i corridoi delle valanghe, etc... Per uscirne vivi non basteranno le buone intenzioni, ma bisognerà conoscere la montagna ed avere molta esperienza.
Nella vita spirituale, è lo stesso. Per poter rimanere cattolico e salvare la propria anima in tempo di cristianità, basta lasciarsi portare dalla società e si può sperare di salvarsi anche semplicemente con il catechismo della Cresima. Invece, durante la tempesta seguita al Concilio Vaticano II e la rivoluzione sociale iniziata col ‘68, non basta più lasciarsi portare dalla società: sarebbe la strada sicura per bruciare all’Inferno! Occorre prendere una tenda da alta montagna, osservare il terreno ed evitare i corridoi delle valanghe. Occorre radicare la nostra vita spirituale nella contemplazione di Nostro Signore Gesù Cristo e in particolare della sua dolorosa Passione.
Mons. Lefebvre, negli statuti dei Terziari della Fraternità San Pio X, chiede l’assistenza quotidiana alla Santa Messa di sempre od un quarto d’ora di meditazione. I ragazzi e le ragazze della Crociata Eucaristica, che entrano rispettivamente come Crociati o Damigelle, s’impegnano anche loro in questo quarto d’ora di meditazione. È quindi una cosa seria! Gli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio sono il momento ideale per imparare a meditare sulla vita di Nostro Signore e conoscere la tattica del Nemico. Occorre quindi diventare veri soldati di Gesù; pronti a combattere per la vittoria! Il soldato non si lamenta del tempo sgradevole né dell’ingiustizia dei nemici, ma sopporta tutto con fermezza per il trionfo del suo esercito.
Occorre capire, sull’esempio dei santi, che il prossimo che ci fa una ingiustizia, in realtà ci fa un favore! Eh sì, ciò ci permette d’imitare la Vergine Addolorata nell’azione della Corredenzione: «Completo nel mio corpo ciò che manca dei patimenti del
Cristo per il suo corpo, che è la Chiesa» (Col 1, 24).
Che il Signore vi benedica in Cordibus Jesu et Mariæ.
don Ludovico Sentagne