Senegal: una scuola, per pressioni del Vaticano, deve accettare studentesse con velo

Fonte: FSSPX Attualità

In Senegal, una scuola cattolica ha cercato di rifiutare l'ammissione di alunne col velo prima dell'intervento del Vaticano, mediante il nunzio apostolico.

Già sotto la pressione del governo e degli attivisti musulmani nella primavera del 2019, l'istituzione Sainte-Jeanne d'Arc a Dakar (ISJA), proprietà della Congregazione delle suore di San Giuseppe di Cluny per due secoli, aveva proposto a tutti genitori un nuovo codice di abbigliamento che impone di avere la "testa scoperta". Le famiglie sono state in grado di «leggerlo, firmarlo e convalidarlo prima di richiedere la registrazione», ha dichiarato alla stampa locale la direttrice – musulmana – dell'istituto, Ryanna Tall.

A maggio, parlando del regolamento, il ministro dell'Istruzione nazionale, Mamadou Talla, non aveva appoggiato la gestione dell'istituto ma, al contrario, aveva fatto riferimento a «atti discriminatori di natura socioculturale» e aveva promesso «prendere tutte le misure necessarie per porre fine a tali situazioni». In una riunione di concertazione convocata l'11 settembre 2019 dal Ministro della Pubblica Istruzione, il sottoprefetto della città di Dakar ha persino minacciato di «porre la scuola sotto amministrazione provvisoria».

Il caso ha trovato un epilogo: il Ministero della Pubblica Istruzione ha raggiunto un "accordo" con la direzione della scuola per la reintegrazione di 22 studentesse col velo. L'accordo afferma che «ora indosseranno in testa una sciarpa di dimensioni adeguate, fornita dallo stabilimento». Sono tornate in classe il 19 settembre 2019.

Secondo il quotidiano Le Témoin citato dall'agenzia cath.ch, il Vaticano ha svolto «un ruolo essenziale» nella risoluzione della crisi: «Papa Francesco, attraverso il suo nunzio apostolico in Senegal, il vescovo Michael W. Banach, ha piegato le autorità dell'istituzione Sainte-Jeanne d'Arc». Alla riunione di concertazione con il ministero, il nunzio avrebbe chiesto alle suore di «mollare l'osso» , in nome della «salvaguardia della pace e della coesione sociale tra cristiani e musulmani».